Il lavoro di progettazione viene inteso come l’esito di un dialogo tra le risorse disciplinari dell’architetto e i bisogni che la committenza esprime e che coincidono con i bisogni primari dell’uomo: camminare, sostare, attraversare e riposare alla luce delle sollecitazioni del contesto fisico.

Il periodo formativo dell’università, la frequentazione di personalità della cultura e dell’avanguardia artistica milanese, tra i quali Giovanni Testori e l’esperienza decennale della docenza all’interno del Politecnico di Milano sono stati determinanti per il percorso esplorativo che nel corso degli anni mi ha caratterizzato e che mi ha permesso di ampliare il senso di un “oggetto architettonico”, dalla sua valenza simbolica alla sua funzionalità tecnologica.

La trasformazione dello spazio umano, l’atto del costruire non è, infatti, un’azione neutra ma un processo continuo di ricerca, di selezione, di scarto, il risultato di un percorso razionale che procede di scelta in scelta, dalla complessità all’essenzialità, fino al punto in cui nulla può essere aggiunto e nulla tolto.

Al centro della mia pratica professionale si collocano, quindi, l’osservazione dello spazio, la sensibilità per la componente materica e costruttiva e la cura del dettaglio, inteso non in senso decorativo, ma come elemento essenziale alla comprensione del tutto.

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